Tecnologia o strategia?

Le scelte strategiche delle scuole, unite a una maggiore collaborazione con le famiglie e l’inclusione di nuovi professionisti del settore educativo, possono trasformare la scuola in un ambiente in cui la tecnologia non è un fine, ma un mezzo per una didattica più efficace, equa e inclusiva.

Nel dibattito odierno sull’educazione, si sente sempre più spesso parlare di grandi tematiche come l’anti-dispersione, l’intelligenza emotiva, la collaborazione con la famiglia e con altri enti.
In tutto questo la tecnologia “sembra” meno decisiva di un tempo come se l’impatto delle TCI sulla innovazione fosse esaurito o peggio come se l’innovazione stessa fosse percepita come un non bisogno, dal momento che la carenza avvertita è su competenze classiche, come se si fossero perse e andassero invece recuperate.

La verità è che se non c’è una visione pedagogica chiara, tutti gli strumenti (incluse le TIC) possono rivelarsi inutili.
La chiave sta nel come e nel perché si usano questi strumenti. Anche la tecnologia, perciò, deve essere inserita in un quadro educativo che ha come obiettivo il miglioramento delle competenze di base, il rafforzamento delle competenze sociali ed emotive, e una più solida collaborazione tra scuole e famiglie.

In conclusione, la vera sfida non sta nella tecnologia, ma nella capacità delle scuole di sviluppare e attuare una strategia che risponda in modo integrato alle necessità formative, sociali ed emotive degli studenti, sfruttando gli strumenti giusti al momento giusto. Solo così l’educazione potrà davvero rispondere alle sfide del presente e del futuro